La cabina fu inventata nel Kent già alla metà del Settecento, quando il costume da bagno non esisteva e i pochi che andavano in “vacanza” si tuffavano al largo nudi. La “macchina da bagno” ebbe il suo boom un po’ più tardi, in epoca vittoriana, quando anche il nascente fenomeno della “villeggiatura” borghese si accompagnava ad una rigida castigatezza nei costumi, non solo da bagno. Poteva essere tutta di legno oppure chiusa con una tenda. Una volta arrivati in spiaggia, i bagnanti – in molti casi divisi per sesso – entravano in cabina dove indossavano il costume; la “macchina” veniva poi trascinata in acqua da un addetto. Qui, a una certa distanza dalla spiaggia, ci si poteva finalmente immergere senza fare “passerella” sul bagnasciuga, come richiedeva il galateo balneare.
La cabina è un elemento rappresentativo delle spiagge italiane e delle vacanze estive.
Le vediamo tutte in fila negli stabilimenti balneari, bianche o colorate ma, in ogni caso, fisse.